giovedì 25 aprile 2013

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Intervista a Ricardo Chavez, neonatologo brasiliano, sulle conseguenze del taglio precoce del cordone. Egli ci spiega come queste siano anche nello sviluppo affettivo del bambino e in variabili che ancora non conosciamo.

differenze fra ossitocina naturale e ossitocina sintetica

Le differenze fra ossitocina naturale e ossitocina sintetica, non sono di tipo chimico.
L’ossitocina è una molecola semplice, è un nonapeptide e si conosce come farne la sintesi. In realtà non c’è alcuna differenza chimica fra l’ossitocina sintetica e la molecola di ossitocina naturale liberata nel cervello dall’ipofisi. Una delle differenze concerne invece il modo in cui l’ossitocina naturale è liberata nel corpo umano.
Quando il corpo umano libera l’ossitocina, in realtà ha diverse modalità per liberarla. Una di queste fa sì che l’ossitocina rimanga direttamente nel cervello e raggiunga così  direttamente i ricettori per questo ormone. Quindi l’ossitocina naturale ha delle ripercussioni sul comportamento che ora sono bene conosciute, e che sono spesso evocate dicendo che l’ossitocina è l’ormone principale dell’amore.
C’è quindi una parte dell’ossitocina naturale che rimane nel cervello, ma c’è anche una parte di ossitocina che entra nella circolazione sanguigna e così raggiunge organi periferici e in particolare l’utero, permettendogli di contrarsi durante il parto per l’espulsione del bambino e della placenta. Abbiamo dunque un doppio effetto dell’ossitocina naturale. Uno è meccanico, per contrarre l’utero o le cellule del seno (con il riflesso di eiezione del latte), o della prostata (con il riflesso di eiezione dello sperma): si tratta di un effetto periferico, meccanico. L’altro effetto è invece quello sui comportamenti mediante i recettori cerebrali. Tutto questo avviene con l’ossitocina naturale.
1a DIFFERENZA
L’ossitocina sintetica invece entra in circolo per via endovenosa e quindi avrà solo effetti meccanici, cioè periferici. Permette cioè di far contrarre l’utero, le cellule dei seni, ma non permette di raggiungere le cellule cerebrali perché incontra quel che si definisce una “barriera” fra il sangue e le cellule cerebrali. In Inglese si chiama “blood-brain barrier” che protegge il cervello contro certe sostanze. Ebbene, in generale l’ossitocina sintetica, nell’adulto umano, non supera questa barriera, non raggiunge le cellule cerebrali e quindi non ha alcun effetto sul comportamento. Non soltanto non raggiunge le cellule cerebrali, bensì blocca la produzione di ossitocina naturale. Questa è la differenza principale, ma ce ne sono altre.
2a DIFFERENZA
Un’altra differenza è ad esempio che l’ossitocina naturale viene liberata mediante pulsazioni e più le pulsazioni sono intense più l’ossitocina è efficace. L’ossitocina sintetica invece, viene somministrata per via endovenosa in modo continuo, è dunque meno efficace e occorrono dosaggi molto più elevati per attivare i ricettori. Questa è dunque un’altra differenza: occorrono dosaggi molto più elevati di ormoni quando si opta per la via endovenosa.
LA DIFFUSIONE DELL'OSSITOCINA SINTETICA
Ci sono altre differenze che stranamente finora non sono state molto studiate eppure sollevano una questione importante se si pensa che l’apporto endovenoso di ossitocina sintetica è l’intervento medico più frequente in tutto il mondo durante il parto. La maggior parte delle donne che partoriscono per le vie naturali ormai ricevono ossitocina sintetica, molte di quelle che subiscono un taglio cesareo hanno ricevuto l’ossitocina sintetica prima che si optasse per il cesareo, e ci sono molti parti provocati che comportano ore e ore di infusioni di ossitocina. È dunque un intervento estremamente frequente e si può dire che in certi paesi alla maggior parte delle donne viene somministrata l’ossitocina sintetica durante il parto.
L'OSSITOCINA ATTRAVERSA LA PLACENTA? ARRIVA AL FETO?
Si pone dunque una questione importante, che paradossalmente è poco studiata, ossia di sapere se l’ossitocina iniettata per via endovenosa può attraversare la placenta.
Perché la questione è poco studiata? Forse perché si dice che l’ossitocina sintetica è “naturale”, perché sul piano chimico è uguale a quella naturale, dunque non è un medicamento di cui occorre studiare gli effetti secondari. Questa è forse una ragione. L’altra è che nella placenta ci sono degli enzimi che possono degradare l’ossitocina quindi i ricercatori si sono detti a priori, senza porsi ulteriori domande, che l’ossitocina non attraversa la placenta. In realtà la faccenda non è così semplice.
Nonostante tutto sono stati fatti alcuni studi seri, in particolare uno studio americano che risale al 1996, ma al quale non si è prestato molta attenzione, in cui combinando diversi metodi si è giunti alla conclusione che in realtà l’ossitocina sintetica attraversa la placenta, persino nelle due direzioni, ma più efficacemente dal sangue materno a quello fetale.
E’ inoltre noto che nel corpo del feto ci sono delle specie di “cortocircuiti”, che più tardi scompaiono, e che fanno sì che il sangue materno con l’ossitocina sintetica proveniente dalla vena ombelicale non passi dal fegato del nascituro (o almeno per l’80% lo eviti), ma vada direttamente nella vena cava inferiore attraverso il dotto venoso. Vi sono anche altri “shunt” o cortocircuiti come il foramen ovale all’entrata del cuore o come il dotto arterioso, e così via.
Questo fa si che l’ossitocina sintetica che arriva al feto con il sangue materno finisca quasi direttamente nel suo cervello. Certo, si suppone a priori che anche qui ci sia una barriera fra il flusso sanguigno e il cervello, la barriera emato-encefalica. Ciò è accertato per gli adulti, ma sembrerebbe che questa barriera sia molto più permeabile nel feto e ancora di più nel caso di situazioni di stress ossidativo.
CHE CONSEGUENZE CI SONO
Dunque ci sono delle buone ragioni teoriche per credere che le cellule cerebrali ricettive all’ossitocina, alla nascita degli esseri umani oggi, potrebbero essere sottoposte a dosi massicce di questa molecola visto che ne occorre molta per essere efficace. E questa è una novità, ed è un problema serio perché abbiamo buone ragioni per credere che tutto il sistema dell’ossitocina si formi e si sviluppi prevalentemente al momento della nascita. Dunque si interferisce e si interviene sullo sviluppo del sistema dell’ossitocina. È una questione importante perché, ricordiamolo, il sistema dell’ossitocina è coinvolto nella socievolezza, nella capacità di amare e potremmo dire, anche nel potenziale di aggressione dell’essere umano.
Allora questa verosimile esposizione a dosi massicce di ossitocina sintetica durante la maggior parte delle nascite, pone degli interrogativi visto che si interviene, in modo massiccio e ricorrente, sullo sviluppo del sistema dell’ossitocina, responsabile della socievolezza, dell’amore, eccetera.
Ciò pone delle questioni su un piano culturale. Porta forse anche a ipotizzare altre cause nella genesi di alcune malattie, diventate oggi più frequenti che in passato, che comportano un’alterazione del sistema dell’ossitocina come ad esempio l’autismo o l’anoressia nervosa.
L'OSSITOCINA, UN DETTAGLIO SENZA IMPORTANZA
Ecco alcuni interrogativi importanti sollevati dal fatto che l’infusione di ossitocina sintetica rappresenta l’intervento medico più frequente durante i parti. Paradossalmente nelle statistiche dei parti presentate dai servizi sanitari, le infusioni di ossitocina non sono comprese, come se si trattasse di un dettaglio senza importanza. Si precisa il numero dei parti normali, dei cesarei, dell’uso del forcipe e così via, ma non si parla della somministrazione di ossitocina. Ciò significa che si aprono nuovi campi di ricerca. Certe ipotesi sono ancora teoriche e quindi abbiamo bisogno di saperne di più.

Intervista a M. Odent del 2009, con la gentile traduzione di Delta Geiler Cairoli

IL NOSTRO PIANO DEL PARTO

In linea di principio, in base a quanto stabilito dall’art. 21 della Costituzione Italiana (Libertà di opinione), dall’art. 2 e 13 della stessa carta (inviolabilità della propria persona) e dalla legge regionale Lazio n. 84 del 03-06-1985, volta a tutelare la dimensione psico - affettiva del parto,  tenendo presente che il potere decisionale dei genitori rimane insostituibile ed insormontabile e che nessun atto sanitario può essere legittimamente imposto; neghiamo, come genitori, il consenso ad interventi, terapie e procedure mediche attive sia sulla madre che sul bambino, e rivendichiamo il diritto ad essere informati su indicazioni, pro e contro, nonché possibili alternative a procedure mediche che lo staff medico-ostetrico-ospedaliero ritenesse opportuno proporre in caso di assoluta ed estrema necessità.

Di conseguenza, se chi assisterà valutasse di dover prendere decisioni contrarie a questo progetto, chiediamo che queste ci vengano preventivamente spiegate (anche in caso di urgenza) senza allarmismi esagerati e senza fare terrorismo e che vengano eseguite solo dopo aver ottenuto il nostro consenso.

 Documento da presentare firmato all'ospedale, clinica, ove andrete a partorire
 
Alla responsabile degenza ostetrica e ginecologica dott. ......................
Alle ostetriche, al reparto nido dell’ospedale .....................

La mia data presunta di parto è l’8/04/2013 e abbiamo scelto di partorire presso il vostro ospedale.
Sicuramente comprenderete l’importanza che ha per noi questo evento.
Durante il periodo di gravidanza abbiamo maturato alcune richieste.Queste sono per noi molto importanti.

IL TRAVAGLIO

  • Voglio poter contare sulla costante e continua presenza del mio compagno;
  • Voglio avere la possibilità di muovermi liberamente,camminando a mio piacimento e assumendo le posizioni in cui sentirmi a mio agio,desidero sentirmi libera di affrontare il dolore a mio modo con vocalizzi, urla o altro;.
  • Non voglio essere sottoposta al monitoraggio continuo con o senza fili;
  • Vorrei poter mangiare e bere durante il travaglio se ne sento il bisogno
  • Vorrei poter fare un bagno o, se non è possibile, una doccia se ne sentissi il bisogno;
  • Voglio che non mi sia somministrata ossitocina di routine se non in caso di necessità.
  • Non voglio essere rasata nè subire clisteri;
  • Non voglio per nessun motivo che le membrane vengano rotte artificialmente;
  • Desidero poter ascoltare della musica da me portata, poter accendere un incenso o un essenza;
  • Voglio che venga rispettato il mio diritto ad un travaglio in un ambiente protetto e intimo,nel quale io possa esprimermi liberamente, senza essere disturbata dal continuo viavai di medici e personale, per questo voglio che il travaglio si svolga in un atmosfera adatta alle mie necessità fisiologiche: semioscurità, silenzio, privacy, clima caldo;
  • Voglio che le visite interne siano ridotte al minimo indispensabile e sotto mia autorizzazione;

L’ANALGESIA

·         Non voglio l’anestesia epidurale.

LA FASE ESPULSIVA
 
·         Voglio poter scegliere la posizione che mi sembrerà  più adeguata al momento dell’espulsione.
·         Non voglio essere costretta a spingere a comando senza lo stimolo del “riflesso di eiezione del feto”;
·         Voglio che la stanza al momento del parto sia silenziosa, minimamente illuminata e ben riscaldata.
·         Non voglio nessun intervento ostetrico operativo o invasivo (uso ventosa, forcipe, manovra di Kristeller etc);
·         Non voglio per nessuna ragione partorire in sala parto o nel lettino da parto ma in un ambiente sereno, poco illuminato e intimo.

IL SECONDAMENTO E L’APPROCCIO AL NEONATO

·         Desidero praticare il “Lotus Birth”con l’intervento dell ’ostetrica ...................... che si prenderà cura della nostra placenta..
·         Desidero attendere la fine del secondamento nella posizione che mi è più congeniale;
·         Desidero che si aspetti l’espulsione della placenta secondo i tempi fisiologici;
·         Desidero che la placenta esca spontaneamente senza spremitura dell’utero o trazione del cordone;
·         Voglio che il mio compagno resti con me per poter accogliere il bambino insieme;
·         Non voglio che al bambino sia praticata l’aspirazione oro-faringea;
·         Non voglio che al bambino siano effettuate: aspirazione gastrica, controllo delle pervietà delle coane e rettale;
·         Non voglio che al bambino venga effettuata la profilassi congiuntivale, se neccessario gli occhi potranno essere rinfrescati con semplice soluzione salina;
·         Non voglio che al bambino sia somministrata la vitamina k, qualora fosse neccessario gradirei esserne informata;
·         Desidero inoltre che il secondamento e l’accoglienza al mio bambino avvenisse nel modo più naturale e rispettoso possibile, in semioscurità e nel silenzio.

CESAREO

·         Se fosse necessario un cesareo d’urgenza vorrei che prima mi fosse spigata la motivazione;
·         Se è possibile, anche in caso di cesareo d’urgenza, vorrei un anestesia non totale che mi permetta di vedere il mio bimbo appena uscito dalla pancia;
·         Desidero che si abbassino le luci al momento di estrarre il bambino, e che venga trattato nella maniera più dolce possibile, consegnandolo al mio compagno il prima possibile;
·         Vorrei la presenza del mio compagno in sala operatoria;
·         Desidero praticare il “Lotus Birth” anche nel caso di taglio cesareo, nel qual caso sarà sempre l’ostetrica ........................ che si prenderà cura della placenta.

L’ALLATTAMENTO
      
·         Voglio poter allattare mio figlio al seno fin dal primo istante della sua vita senza interferenze;
·         Non voglio che a mio figlio vengano somministrate sostanze quali latte artificiale, soluzioni glucosate o succhiotti;

DEGENZA

·         Voglio attuare il rooming-in a meno che il mio stato di salute non me lo consentisca;
·         Vorrei, in caso di cesareo, che il mio compagno potesse rimanere con me e il bambino più lungo possibile (anche l’intera notte);
·         Desidero che il bambino non sia lavato;
·         Nel caso che sia io che il bambino fossimo in buona salute mi riservo di chiedere le dimissioni precoci.


Vi ringrazio anticipatamente, certa di trovare la vostra collaborazione e comprensione, fiduciosa che le mie richieste saranno accolte, potendo disporre liberamente del mio corpo in questa esperienza unica, intima,  intensa e naturale che è partorire.

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Letto approvato e sottoscritto dal papà del nascituro

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